Domenica 7 maggio una delegazione del Comune di Fiume Veneto si è recata a Mune (Croazia) in occasione della commemorazione dell’80° anniversario dall’uccisione di Giovanni Zol, nel luogo in cui cadde durante la guerra di liberazione.
Il Sindaco Jessica Canton, accompagnata dall’assessore Michele Cieol, ha guidato la folta rappresentanza di oltre sessanta partecipanti, formata da Anpi Fiume Veneto, Associazione Nazionale Marinai, Associazione Nazionale Carabinieri, Alpini di Fiume Veneto, Associazione Bersaglieri.
“Fiume Veneto non ha mai dimenticato Giovanni Zol – dichiara il Sindaco di Fiume Veneto Jessica Canton -. Una via nel nostro capoluogo è stata dedicata a lui, così come alcune pubblicazioni.
Ogni anno ritorniamo a Mune in Croazia nel luogo in cui è stato ucciso per rendergli omaggio.
Sacrificando la propria giovane età, ha contribuito ad assicurare alle nostre generazioni la libertà, la pace ed il benessere dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Il ricordo del sacrificio di chi, come Giovanni Zol, ha combattuto per la libertà deve assumere un significato ancora più importante, per le giovani generazioni, perché non dobbiamo lasciare che la storia venga derubricata affidandola al passato perché, purtroppo, le guerre e le atrocità nel mondo continuano ancora oggi.
Purtroppo – conclude il Sindaco Canton -, il ricordo di cosa significhi la guerra, non è bastato a costruire un mondo di pace e il conflitto Ucraina lo dimostra ancora.una volta.”
Dichiara Fabrizio Benincà, organizzatore dell’evento: “I valori della Democrazia e della Pace devono essere sicuramente ricordati, per scongiurare che si ripetano altri eventi bellici.
Il dialogo quotidiano e sincero con i cittadini di altri Paesi deve essere sempre promosso: costruire e mantenere solidi contatti e dialoghi tra i Paesi, è un alto dovere, per allontanare i conflitti“.
Chi era Giovanni Zol
Giovanni Zol, nato a Fiume Veneto nel 1908, operaio siderurgico, entrato giovanissimo nell’organizzazione clandestina triestina, nel 1936 fu arrestato. Inviato al confino, passò 5 anni tra la Calabria e le Isole Tremiti. Liberato nel 1941 tornò a Trieste dove riprese l’attività antifascista, militando in una organizzazione clandestina slovena.
Di nuovo arrestato nel 1943, fu rinchiuso nelle carceri del Coroneo. Vi rimase fino a settembre e grazie all’armistizio riottenne la libertà, diventando comandante della 14^ Brigata Garibaldi “Trieste”.
L’impegno di ZOL nella lotta armata contro i tedeschi durò solo poche settimane: cadde infatti combattendo contro le truppe naziste che avevano organizzato una imboscata il 7 novembre 1943, proprio a Mune, nell’entroterra croato a nord di Rijeka.