Nelle città di tutto il mondo, le colonie feline sono una presenza costante. Gatti randagi o comunque non gestiti da un proprietario si radunano in queste colonie, spesso dipendendo dalla gentilezza dei cittadini per il loro sostentamento. In molti casi, queste colonie diventano un simbolo di solidarietà e comunità, con individui che si prendono cura di questi felini abbandonati o smarriti.

Già dal 2022, in adempimento agli obblighi della legge in capo al Sindaco, il Come di Fiume Veneto ha avviato un’iniziativa per supportare queste colonie feline: la fornitura di alimenti secchi ai volontari che si occupano degli animali. 

“Le colonie feline – dichiara l’assessore alle politiche ambientali Sara Pezzutti – sono spesso composte da gatti randagi o abbandonati che si radunano in un’area specifica, spesso attratti dalla presenza di cibo e rifugi improvvisati. Queste colonie possono essere trovate in vari luoghi, in aree pubbliche e private. Se lasciati senza assistenza, i gatti in queste colonie possono soffrire di malattie, denutrizione e altri pericoli che mettono a rischio la loro salute e benessere.

Tuttavia, molte persone si prendono cura di queste colonie, fornendo cibo, acqua e talvolta anche cure veterinarie ai gatti. Volontari che svolgono un ruolo cruciale nel garantire ai gatti randagi l’accesso a risorse vitali e attenzione sanitaria.

La fornitura comunale di crocchette è non solo un atto di solidarietà, ma anche un obbligo legale. La legge, infatti, prevede che il comune abbia la responsabilità di fornire assistenza e sostentamento ai gatti che vivono nelle colonie feline. Questa iniziativa dimostra un impegno concreto nel supportare i volontari che si prendono cura delle colonie feline.

Tuttavia, mentre questo programma è certamente un progresso positivo, rimane ancora molto da fare per affrontare le sfide più ampie legate alla gestione degli animali randagi e al loro benessere a lungo termine. L’educazione pubblica, la sterilizzazione e la castrazione, insieme a politiche di adozione responsabili – conclude l’assessore Pezzutti -, sono solo alcune delle altre aree in cui le comunità possono concentrarsi per migliorare la situazione degli animali randagi.”

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